PALERMO. La robotica al servizio della medicina ha sempre dato un forte impulso per lo sviluppo di nuove metodiche di ricerca. Nei laboratori di tutto il mondo e nelle sale chirurgiche più avanzate si lavora già da tempo con il supporto di bracci meccanici ad altissima precisione. Ma da qualche anno un progetto nato un po’ per gioco ha raggiunto risultati inaspettati soprattutto con il coinvolgimento della community mondiale degli sviluppatori di software. Parliamo di umanoidi dalle fattezze robotiche. Nel 2005 un primo piccolo ma importante passo è stato compiuto dalla Aldebaran, società francese creata da Bruno Maisonnier, che ha progettato un mini robot chiamato NAO.
La caratteristica principale di Nao risiede nella possibilità di personalizzarlo con un software. L’occasione è stata colta al volo nel 2013 da un team di Catania, composto dai fratelli Daniele e Marco Lombardo, e da Giuseppe Pennisi; insieme hanno fondato la Behaviours Labs, una start up che si occupa di robotica sociale, premiata da Working Capital Telecom e terza ad un concorso nazionale organizzato dalConsiglio degli Ingegneri d’Italia.
La giovane azienda siciliana ha focalizzato i propri interessi sul software, associato ad un tablet, in grado di facilitare l’approccio didattico educativo, usando il mini robot Nao nei programmi riabilitativi dei bambini autistici. Daniele Lombardo, amministratore della neonata società, sottolinea l’importanza dell’integrazione di un giocattolo nelle terapie per i bambini: «Siamo dell’idea che un robot possa convivere armoniosamente con l’uomo.
L’affetto istintivo che proviamo nei confronti di un robot, specialmente se antropomorfo, non è dovuto solo al suo aspetto esteriore, ma ci è suscitato anche dalle sue modalità di reazione, dal suo approccio nelle relazioni verbali, visive o tattili». Così è nato il progetto TREAT (Therapeutic Robot in Experimental Autism Therapy), sviluppato con il supporto del CNR di Messina. Il sistema sperimentale prevede una nuova terapia per il trattamento dell’autismo, basata sulla piattaforma roboMate e sulla programmazione del robot tramite software realizzati da Behaviours Labs. La metodologia impiega nuove tecnologie ed in particolare un tablet ed il robot umanoide antropomorfo NAO. Il sistema si basa sul concetto di «edutainment», ovvero di educazione rivolta all’apprendimento. Tramite il tablet ed il mini robot il terapista può sperimentare nuovi spazi di espressione e di comprensione in un contesto protetto e di gioco. Ma le novità della giovane azienda siciliana non finiscono qui.
Recentemente i giovani catanesi sono stati contattati dalla Hanson Robotics, una start up texana che produce i robot Zeno, con la quale hanno definito un rapporto di collaborazione. Zeno è un robottino entrato in produzione alla fine del 2014, caratterizzato dalle sembianze umane e dotato di una simpatica faccia sorridente, che lo rende ancora più familiare.
I robot adottati dalla Behaviours Labs sono dotati di telecamere frontali utili per monitorare le reazioni dei bambini direttamente dal display del tablet associato che funge anche da telecomando. La programmazione è semplice, intuitiva ed alla portata di tutti, adattabile quindi a diverse esigenze didattico sociali. Il terapista, potrà quindi rilevare i disagi del bambino e guidare i suoi gesti rendendolo più motivato, operativo e partecipe.