Nel 2017 Lancet pubblicava un editoriale dal titolo “C’è sempre qualcosa da offrire, anche alla fine della vita” Gli AA. denunciavano la carenza di una presenza organica delle cure palliative nei piani e nelle strategie di soccorso nei confronti delle crisi umanitarie.
Oggi a distanza di 3 anni, in piena pandemia COVID19, il tema della fine vita è al centro di attenzioni da parte di Comitati Bioetici, Aziende ed Enti del SSN e Associazioni Mediche.
La proposta operativa, raccolta dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Catania, parte da due illustri cattedratici catanesi, il Prof. Salvatore Castorina e il Prof. Massimo Libra, rispettivamente Presidente Emerito e Presidente della sezione di Catania dell’Associazione Medici Cattolici Italiani.
“Il rischio della disumanizzazione del fine vita in questo momento di malattia pandemica è dominante. Tranciato il cordone ombelicale con i propri cari, l’infermo muore, governato da un atto medico che sebbene tecnicamente esaustivo, privato dal supporto della contiguità parentale, assume connotati di crudele e predominante incidenza della cautela igienica sul valore dell’accompagnamento spirituale nel trapasso, inclusa, per chi ha fede, l’assenza del viatico di speranza ultraterrena espresso dal rito di unzione degli infermi. Tutto nel momento conclusivo della propria vita in solitudine, senza la carezza di un figlio, di un marito, della madre, del fratello, della moglie. Momento irripetibile, aggravato dalle operazioni di consegna della bara saldata in assenza della concessione della visione dello stato del corpo della persona cara a chi resta”.
Con queste parole, drammaticamente intense, il Prof. Salvatore Castorina pone l’attenzione su un problema di estrema attualità che l’OMCEO di Catania raccoglie istituendo una Commissione Medici Cattolici coordinata dai due Illustri cattedratici del Nostro Ateneo.
Proveremo a fare del nostro meglio per conciliare la tutela della salute pubblica, in questa emergenza, con il desiderio delle famiglie di stare vicino ai loro cari nella fase finale della vita, afferma il Presidente dell’Ordine Prof. La Mantia, cercando di dare indicazioni perché si eviti, laddove possibile e sempre in assoluta sicurezza, il dramma della totale interruzione dei rapporti tra degenti e familiari per l’accompagnamento del fine vita.