Un recente rapporto della National Association of Boards of Pharmacy® (NABP®), organizzazione professionale imparziale che sostiene le commissioni statali per la farmacia nella protezione della salute pubblica, ha confermato che il fenomeno della vendita on line di medicinali falsi o contraffatti è sempre più diffuso su scala mondiale e necessita ora più che mai di una forte campagna di sensibilizzazione e di educazione destinata al pubblico dei consumatori.
L’Agenzia Italiana del Farmaco è tra le prime istituzioni europee ad aver dato priorità al fenomeno ed è da anni in prima linea nella lotta alla contraffazione farmaceutica, attraverso attività che comprendono la regolare diffusione di comunicazioni ed informazioni mirate anche a garantire la massima conoscenza sui rischi legati agli acquisti on line dei farmaci.
Infatti, secondo delle ricerche pubblicate nell’ambito del progetto Fakeshare, è ancora molto limitata purtroppo la consapevolezza da parte dei cittadini del serio pericolo che si corre affidandosi a siti illegali.
Su questo, proprio l’Agenzia insieme ai partner del progetto Fakeshare lancerà a breve una campagna di informazione a livello internazionale, che sottolinea i rischi collegati all’acquisto non controllato di farmaci via web, evidenziando anche gli aspetti positivi dei nuovi sistemi di sicurezza.
Su questo ultimo aspetto, a breve nel nostro Paese, conformemente a quanto previsto nel Decreto legislativo n. 17 del 19 febbraio 2014, che recepisce la Direttiva europea 2011/62/EU sui medicinali falsificati, saranno consentiti la vendita e l’acquisto on line di farmaci senza prescrizione medica. Si tratta di una novità assoluta per l’Italia che renderà il nostro mercato allineato a quanto già avviene in altri Paesi d’Europa.
Tornando al Rapporto della NABP®, per entrare più nel dettaglio e fornire dei numeri di contesto, dei 10.965 siti web analizzati proprio dalla NABP® il 96,2% (10.544) è stato trovato irregolare rispetto alle norme vigenti negli Stati Uniti. Gli stessi siti sono stati elencati e classificati come “non consigliati”.
Il 62% dei siti “non consigliati” dalla NABP non forniva un indirizzo fisico valido e quasi il 50% offriva farmaci provenienti dall’estero o non approvati dall’FDA.
L’88,4% dei siti che erano “non consigliati” vendeva farmaci soggetti a prescrizione senza richiederne una validazione e il 91% era riconducibili a grandi network affiliati di venditori illegali di farmaci su Internet.
Il problema non va considerato in termini di tutele brevettuali o danni economici, ma di salute pubblica: i medicinali contraffatti rappresentano un serio pericolo per la salute dei pazienti, perché contengono ingredienti non controllati, spesso di scarsa qualità o addirittura tossici, e in quantità diversa da quella dichiarata in etichetta.
Tra gli ingredienti riscontrati nei casi oggetto di analisi di laboratorio recenti si ritrovano sostanze pericolose come cera per pavimenti, veleno per topi, cemento, gesso, acido borico, catrame, vernici stradali e altri materiali potenzialmente tossici: i consumatori di tutto il mondo trovano a portata di clic prodotti da acquistare che possono causare danni molto gravi alla salute o addirittura la morte.
I produttori dei farmaci contraffati venduti tramite canali on line spesso operano all’estero, in Paesi come Russia, Cina, India, Mauritius e Turchia e non rispettano le norme di buona fabbricazione e distribuzione (GMP|GDP) stabilite a livello mondiale.
Secondo l’Alliance for Safe Online Pharmacies (ASOP), organizzazione internazionale no-profit con sede in Washington, DC, partner di AIFA nel progetto Fakeshare 2, il 50% dei farmaci venduti online è falso o contraffatto, mentre secondo l’agenzia statunitense di controllo dei siti internet Legitscript (partner dal 2011 di AIFA e parte del progetto Fakeshare) solo lo 0,6% delle oltre 40.000 farmacie on line censite rispetta le norme correnti.
In questo quadro, le attività avviate a livello nazionale dimostrano efficacemente la priorità data alla problematica nel nostro Paese, che ha già portato a riscontri e riconoscimenti a livello internazionale; il recente recepimento della Direttiva 2011/62/EC (D. Lgs. 17/2014) prevede infatti l’evoluzione della task-force Impact Italia, istituita dall’Agenzia nel 2007 allo scopo di contrastare in modo efficace il fenomeno della contraffazione farmaceutica, in una più ampia task-force nazionale anticontraffazione, e disegna anche ulteriori strumenti mirati proprio al contrasto della vendita on line illegale di farmaci.
In particolare, il Tavolo di collaborazione intersettoriale sulle e-pharmacies avviato da AIFA, Comando dei Carabinieri per la tutela della salute (NAS) e Ministero della Salute, insieme all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, al Registro IT e al Ministero dello Sviluppo Economico, che aveva già affrontato con successo problematiche complesse come il “dossier 121doc”, è stato formalizzato dal Decreto in una Conferenza dei Servizi sulle e-pharmacies, che permetterà di integrare con un adeguato sistema di gestione delle segnalazioni quella sorveglianza sulla vendita illegale di farmaci on line che viene portata avanti correntemente con attività di formazione, informazione, indagine e attraverso la partecipazione a operazioni internazionali di polizia e doganali come la recente “Pangea VIII” .