È una “necessità impellente chiudere in tempi rapidi l’esame del provvedimento, che ha un’impostazione assolutamente condivisibile”, lasciando inalterata la previsione che riguarda “la confisca obbligatoria delle attrezzature, vero unico deterrente in campo odontoiatrico”.
É questa la posizione assunta dall’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi) sul disegno di legge che riguarda l’esercizio abusivo delle professioni. Per questo si richiede “di valutare la possibilità di lasciare l’art. 1 così come è stato formulato ed approvato dal Senato” che stabilisce una modifica al codice penale volta a un inasprimento penale, aumenta le sanzioni economiche e aggiunge una pena accessoria che, in caso di condanna per esercizio abusivo di una professione, comporta “la pubblicazione della sentenza e la confisca delle attrezzature e degli strumenti utilizzati”.
Secondo l’associazione che rappresenta gli odontoiatri, “la casistica evidenzia come il reato sia consumato quasi sempre con attrezzatura appartenente a soggetto diverso (odontoiatra) dall’autore materiale (odontotecnico, assistente di studio, igienista dentale)” e, quindi, dato che “le attrezzature odontoiatriche possono appartenere solamente al professionista iscritto ad albi o collegi sono pochi i casi in cui il soggetto che commette il reato sia realmente in possesso o proprietario delle attrezzature”.
Per questo non bisognerebbe prevedere nessuna modifica al ddl che ne escluda l’applicazione “quando il bene appartiene a persone estranee al reato”, in quanto si “vanificherebbe la sanzione nel caso di esercizio abusivo di professione odontoiatrica”.