L’ipertensione arteriosa costituisce un’importante problema socio-sanitario
a causa della sua elevata diffusione nella popolazione, nonché
per le complicanze cardiovascolari che determina. Durante le sessioni
si approfondirà la gestione del pz iperteso con fibrillazione atriale.
Oggi la principale causa di fibrillazione atriale è l’ipertensione arteriosa,
che si associa al 50-65% dei casi di questa aritmia. È possibile che
l’ipertensione arteriosa possa favorire lo sviluppo di fibrillazione
atriale attraverso diversi meccanismi, i più importanti dei quali sono
l’aumento delle dimensioni dell’atrio destro, lo sviluppo di ipertrofia
ventricolare sinistra, l’ipertono adrenergico o l’attivazione del sistema
renina-angiotensina-aldosterone. L’associazione tra ipertensione
arteriosa e fibrillazione atriale è di particolare rilevanza clinica in
quanto aumenta di tre volte il rischio di ictus rispetto ai pazienti
fibrillanti con valori pressori nella norma. Purtroppo ipertensione
arteriosa e fibrillazione atriale sono spesso asintomatiche e non
sempre vengono identificate prontamente, in quanto un efficace
screening è spesso limitato da due importanti fattori: difficoltà di
effettuare facilmente e prontamente un elettrocardiogramma e la
frequente inacuratezza della misurazione della pressione arteriosa in
presenza di fibrillazione atriale.
Il corso si propone anche di identificare un percorso clinico – diagnostico
– terapeutico nel paziente iperteso diabetico con microalbuminuri,
condiviso tra medico specialista e medico di Medicina Generale,
per una diagnostica precoce di tutte le alterazioni del cuore e dei vasi
che possono condizionare l’evoluzione di questa patologia.
L’ipertensione è una patologia molto diffusa nella popolazione generale,
ma aumenta ulteriormente nei pazienti diabetici. Infatti, nella
popolazione diabetica degli Stati Uniti, la sua prevalenza aggiustata
per età, arriva al 59% dei pazienti ed è da 1.5 a 3 volte più comune nei
pazienti con diabete di tipo 2 rispetto alla popolazione generale.
L’ipertensione riconosce un’eziologia multifattoriale, con una patogenesi
così complessa da non essere interamente conosciuta. I fattori di
rischio maggiori sono gli stessi nella popolazione con e senza diabete:
l’età rimane il fattore predominante. Circa il 5% della popolazione
diabetica che non riceve un trattamento anti-ipertensivo va incontro
ad eventi cardiovascolari maggiori, come l’infarto del miocardio, lo
scompenso cardiaco e lo stroke, e a complicanze micro vascolari, quali
l’albuminuria, l’insufficienza renale, fino all’insufficienza renale
terminale e la retinopatia. Questa monografia è dedicata alla gestione
del paziente diabetico con ipertensione e, visto l’impatto di tale
patologia sulla popolazione diabetica, appare utile l’utilizzo dei criteri
statistici rigorosi nonché l’aggiornamento continuo in essa contenuto
per dare uno strumento clinico decisionale di facile lettura. Inoltre, si
passeranno in rassegna con un’accurata valutazione tutte le possibilità
e le strategie terapeutiche per queste patologie, alla luce dell’aderenza
e della persistenza terapeutica del paziente.
ARTEMISIA Accademia del Sapere Medico, associazione scientifica e culturale del Gruppo del Presidente.