I professionisti, in particolare i medici, salveranno il sistema paese
Formazione, lavoro e previdenza: Alberto Oliveti, Presidente ENPAM e ADEPP, discute di progetti e proposte per il futuro di medici pensionati, professionisti e pazienti, in una società in evoluzione.
I professionisti salveranno il paese: questa la considerazione che emerge dal forum “Dalla formazione al lavoro per una previdenza sicura ed efficace”, al VI Congresso Nazionale Odontostomatologico del Mediterraneo tenutosi lo scorso 11 giugno. «Non è più tempo di affrontare le questioni per compartimenti stagni», ha detto il Presidente CAO Catania Giampaolo Marcone, componente della Consulta Libera Professione ENPAM, un messaggio ambizioso che tocca le problematiche del settore dal punto di vista dell’Ente di Previdenza, baluardo economico della professione. È stata un’occasione per discutere del futuro con i massimi esperti del settore: il Presidente Nazionale ENPAM Alberto Oliveti e il vicepresidente vicario Gianpiero Malagnino, il Presidente Nazionale CAO FNOMCEO Giuseppe Renzo, il Sottosegretario al MIUR Davide Faraone, il Rettore dell’Università degli Studi di Catania Giacomo Pignataro, il presidente della Scuola Facoltà di Medicina dell’Università di Catania Francesco Basile e il Presidente OMCEO di Catania Massimo Buscema.
Data l’importanza dei temi, oltre al parterre di relatori della tavola rotonda, erano presenti più di 500 partecipanti, tra cui medici di tutte le specialità. Moderatore d’eccellenza è stato Massimo Buscema, definito da Francesco Basile un presidente “dinamico ed esuberante”; in totale sinergia con la CAO, ha colto l’occasione per presentare il video in 3D del progetto della nuova sede da poco acquistata dall’Ordine: una villa storica abbinata a un moderno edificio, che ospiterà un centro di formazione e convegni da 600 posti, uffici e aree ricreative, un parco e una grande piscina. Un “club” di riferimento per gli aderenti all’Ordine di Catania e i loro ospiti. Ha introdotto il forum Giampaolo Marcone che ha spiegato come formazione, lavoro e previdenza siano da giudicare alla luce degli investimenti del paese nel mondo del lavoro. «Se non c’è lavoro, non c’è flusso contributivo». Insomma, il patto generazionale sul quale è imperniato il nostro sistema previdenziale alla lunga si esaurirà. L’operato dell’ENPAM, con nuovi progetti e investimenti, vuole rispondere agli ultimi mutamenti socio-economici e tecnologici, al fine di programmare il futuro delle professioni sanitarie, tenendo conto dell’evoluzione del mercato e dei suoi riflessi sulla previdenza.
Gli investimenti della Fondazione per stimolare il settore hanno toccato una molteplicità di ambiti: la ricerca, le biotecnologie, le residenze sanitarie, la nutrizione, la promozione degli stili di vita, l’alimentazione, l’ambiente e lo sviluppo energetico ecosostenibile; inoltre, garantiranno rendimenti in linea con gli obiettivi e avranno ricadute occupazionali positive, non solo nel settore sanitario.
I giovani avranno meno in termini previdenziali, ma riceveranno di più in assistenza strategica. La Fondazione ENPAM si basa su un patto tra generazioni, è quindi positiva la proposta, accettata dal governo, di un ingresso volontario nell’ENPAM già al 5° e 6° anno universitario, ingresso che sarà pagato al 50% e, in caso di necessità, finanziato dalla stessa Fondazione. La ratio è favorire la contribuzione, mentre i giovani potranno usufruire da subito di previdenza complementare e assistenza sanitaria integrative, di una pensione minima in caso di invalidità e potranno accedere al credito agevolato.
Già lo scorso anno Oliveti presentava una nuova ENPAM messa “in sicurezza”. Oggi annuncia con orgoglio i numeri: 450.000 iscritti, di cui 100.000 pensionati, un miliardo di euro di attivo, 50 anni di sostenibilità, 17,2 miliardi di patrimonio con una contribuzione di 135 milioni di euro. Insomma, l’ente previdenziale privato più grande d’Europa. Tuttavia «bisogna guardare al cambiamento» afferma ancora Oliveti «ce lo insegna Darwin: anche i grandi dinosauri si sono estinti. Bisogna pensare al domani, perché i numeri macroeconomici del nostro paese e quelli globali non vanno per il meglio. Nel nostro payoff parliamo di sicurezza, e la sicurezza è un concetto dinamico». Oggi Oliveti si presenta anche nella veste di Presidente dell’ADEPP, Associazione degli Enti Previdenziali Privati, che annovera 19 casse professionali a rappresentare il Gotha del lavoro autonomo e motore del sistema, che pesa il 10% del Pil. Molti i progetti: aprire una sede a Bruxelles per poter contare di più a livello europeo e sostenere il sistema Italia. Incanalare la consapevolezza dei professionisti in modo che “prendano in mano la situazione” a salvaguardia del futuro o, ancora, far tornare “i cervelli” in Italia investendo in ricerca. Si guarda anche al SSN, dove qualcuno vede la possibilità di togliere il criterio dell’universalismo. Tra gli obiettivi già raggiunti, il sostegno alla ricerca, il progetto genoma del Governo, gli investimenti sull’assistenza domiciliare, le nanotecnologie green e la FIT, Fabbrica Italiana Contadina. «La classe media italiana vuole stare bene, ci collegheremo con gli altri professionisti per diventare di nuovo un paese forte. Saremo trasparenti, ma non sciocchi: competiamo nel mercato e non vogliamo farci rubare le idee da altri» continua Oliveti, per poi tornare sul concetto di solidarietà, immaginando l’ingresso di giovani affiancati al medico più anziano, in un reciproco scambio, a costo zero per lo stato. Quello che più conta è non perdere l’entusiasmo per questa attività.
Infine, il Rettore Giacomo Pignataro, economista, sottolinea che le professioni sono in grande sofferenza. Il tempo d’ingresso nel mondo del lavoro è sempre più ritardato e incide profondamente sul sistema pensionistico. Per questo è necessario intervenire anche sul sovradimensionamento del percorso formativo. In medicina, comunque, le cose vanno meglio che nelle altre professioni: il tasso d’occupazione a 5 anni dalla laurea rimane il più elevato. Tuttavia, bisogna sviluppare anche il canale delle professioni operative, per evitare che i giovani passino tra i vari corsi di laurea senza una meta precisa. In ultima analisi, per mantenere un paese in salute, oggi è necessario governare i flussi migratori e vederli come opportunità, evitando facili demagogie. Per il bene della società, il futuro deve partire oggi. A conclusione, la parte scientifica organizzata dal responsabile della formazione dell’Ordine di Catania, Ezio Campagna, durante la quale Paolo Ferrara ha condotto il corso di conservativa.
Un convegno che sarà da ricordare perché ricco di contenuti e durante il quale i professionisti hanno gettato le basi per riconquistare il ruolo di classe dirigente del paese.
Articolo scritto da Patrizia Gatto e pubblicato su Dental Tribune il 16 giugno 2016