Il rapporto lancia quindi nuovamente l’allarme sulla necessità di sviluppare nuovi antibiotici perché, in caso contrario, anche operazioni di routine potrebbero diventare procedure ad altissimo rischio. Non solo. Il rischio di nuove infezioni da batteri antibiotico-resistenti è «destinato significativamente nel corso dei prossimi 20 anni».
«Buona parte della medicina moderna – si legge nel rapporto – come il trapianto d’organi o alcune cure per il cancro, potrebbe diventare meno sicura a causa del rischio di infezioni. Inoltre senza cure efficaci l’influenza pandemica diventerebbe molto seria».
Sally Davies, responsabile medico del Dipartimento della Salute per l’Inghilterra, da qualche anno avvisa il Paese e non solo dei rischi potenziali degli Amr. «Il mondo non può permettersi di non agire sul preoccupante aumento della resistenza a medicine antibiotiche e antimicrobiche al quale stiamo assistendo – diceva nel 2013 – Nel Regno Unito prendiamo la questione molto seriamente, ma non possiamo seriamente affrontarla senza un’azione internazionale coordinata. Ed è per questo che lavoriamo per aumentarne la priorità nell’agenda politica globale: se non agiamo, tra 20 anni potremmo ritrovarci nel XIX secolo, quando le infezioni ci uccidevano dopo operazioni di routine».