In un’epoca di ristrettezze e di paura per la sostenibilità dei sistemi sanitari, la parola d’ordine è appropriatezza prescrittiva. Questo si traduce in pratica nella scelta dei farmaci col miglior rapporto costo-efficacia. Ma come si calcola il valore dei farmaci anti-tumorali? La Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) ha messo a punto la Magnitude of Clinical Benefit Scale, un metro di valutazione obiettivo di queste terapie
Quanto vale un farmaco oncologico? Una quantificazione non facile di sicuro, perché tra gli elementi da considerare c’è anche la vita umana, fatta magari di appena pochi mesi; ma porsi questa domanda è ormai imprescindibile se si vuole garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari e un’equa ripartizione delle risorse sanitarie tra cittadini affetti diverse patologie.
A dare una risposta concreta alla spinosa questione ci prova la European Society of Clinical Oncology (ESMO), attraverso la sua ‘Magnitude of Clinical Benefit Scale’ (ESMO-MCBS), presentata oggi a Chicago in occasione del congresso degli oncologi americani (ASCO) e pubblicata in contemporanea su Annali of Oncology. Nelle intenzioni della società di oncologia europea questo strumento dovrebbe assistere i medici nel valutare in maniera obiettiva e non condizionata quali siano i farmaci anti-tumorali più efficaci per i loro pazienti.
“Se da una parte è intuitivo che il valore di qualunque nuovo trattamento anti-cancro è determinato dall’entità dei suoi benefici clinici, rapportata al suo costo – afferma Nathan Cherny, Direttore del Servizio di Dolore Oncologico e Medicina Palliativa, dipartimento di Oncologia Medica Shaare Zedek Medical Center, Israele – ad oggi non era mai stato messo a punto uno strumento per definire in maniera standardizzata questo criterio”.
Questo metro di valutazione viene presentato oggi anche a Chicago, nell’ambito della sessione congiunta ESMO/ASCO ‘Global Perspective on Value’ all’interno del congresso annuale dell’ASCO.
“Come organizzazione scientifica internazionale, impegnata nell’interesse della comunità oncologica mondiale – sostiene Rolf A. Stahel, Presidente dell’ESMO – siamo preoccupati del fatto che alcuni farmaci oncologici approvati dall’EMA, l’ente regolatorio europeo, non siano poi di fatto disponibili o alla portata di tutti i pazienti ai quali potrebbero essere prescritti. L’ESMO-MCBS ha appunto lo scopo di mettere in evidenzia quali farmaci, tra tutti quelli approvati, presentino dei grandi benefici clinici e debbano per questo essere sostenuti in tutt’Europa, per garantirne un rapido accesso ai pazienti, soprattutto quando questi farmaci vengano raccomandati, attraverso i criteri basati sull’evidenzia, adottati dalle Linee Guida di Pratica Clinica dell’ESMO”.
A partire da oggi l’ESMO adotterà questo ‘metro’ in maniera prospettica a tutti i nuovi farmaci che saranno approvati dall’EMA. I farmaci che otterranno i punteggi più alti in questa scala di valutazione, saranno messi in dovuto rilievo nelle linee guida dell’ESMO, con la speranza che questo velocizzi le procedure, all’interno dei diversi Stati, per metterli a disposizione dei pazienti.
Questo strumento rappresenta un approccio razionale e strutturato che permette di interpretare i dati e le analisi disponibili, riducendo i bias di giudizio relativi ai diversi farmaci, sia quelli improntati ad un eccessivo ottimismo, che quelli anti-innovazione.
“In assenza di un approccio standardizzato per misurare l’entità del beneficio clinico di un farmaco – sostiene Elisabeth G.E. de Vries, Dipartimento di Oncologia Medica, University Medical Center Groningen, Università di Groningen (Olanda), Condirettore della Task Force ESMO-MCBS – le conclusioni e le raccomandazioni derivate dagli studi clinici sono state spesso messe sotto accusa, anche perché troppo spesso, nuovi farmaci con benefici del tutto modesti rispetto alle vecchie terapie sono stati presentati come innovazioni vere, quando non ‘rivoluzionarie’. L’applicazione del metro di giudizio rappresentato da questo nuovo strumento consentirà invece di ridurre queste distorsioni, frutto di una sovrastima o di giudizi esageratamente benevoli, ma anche di quelle derivanti da atteggiamenti nichilisti”.
La ‘scala’ si compone di due parti applicabili rispettivamente ai farmaci nei contesto ‘curativo’ o ‘palliativo’, che sono stati tenuti ben distinti tra loro.