Ieri si è conclusa ieri la prima edizione del Festival della Scienza Medica che si è tenuto a Bologna dal 7 al 10 maggio. Un evento inedito che ha avuto un riscontro di pubblico pari a quello dei più importanti festival nazionali. Presenti quattro premi Nobel per la medicina, Jan Luc Montagnier, Andrew Fire, Erwin Neher e Kary Mullis e molti scienziati, tra cui Elena Cattaneo.
Occorre rivolgere alla scienza medica- ha affermato su alcune testate Fabio Roversi Monaco -Presidente di Genus Bononiae e ideatore dell’iniziativa- un sentimento di generale gratitudine e non soltanto per la scoperta dei tanti vaccini nel corso del XX secolo.
Sono stati più di 110 gli studiosi, scienziati e specialisti di vari settore, di tutto il mondo, che hanno dibattuto su diversi argomenti legati alla medicina: biologia, medicina della terza età, medicina rigenerativa, sogno dell’immunità, controllo sul cancro, il placebo, la medicina dei trapianti, le nuove tecnologie dell’imaging, la telemedicina, le nuove frontiere delle biotecnologie, la fecondazione assistita fino alla geroscienza.
Un’attenzione particolare è stata rivolta al rapporto tra salute e malattia e all’evoluzione del concetto di malattia e di malato nella storia: la medicina scientifica si è dimenticata della persona? Di certo la deontologia, o meglio la sua recente elaborazione codicistica, attestano il contrario quando propongono il passaggio da paziente a persona assistita, spostando così la soglia dell’attenzione dalla malattia all’identità, verso una prospettiva di maggior complessità epistemologica.
L’iniziativa bolognese ha comunque ribadito in modo inequivocabile la centralità e l’importanza della medicina e della sua trasformazione nel dibattito pubblico: è necessario esportare la medicina nel discorso contemporaneo che riguarda tutti, non solo gli addetti ai lavori. Cioè è importante garantire l’accesso all’informazione e alla cura cambiando anche i paradigmi della conoscenza, esplorando contesti nuovi del sapere medico.
Questo in sintesi l’obiettivo di un’occasione, anche mediatica, che ha riunito, in modo equilibrato e coerente, medici, cittadini, studiosi e politici verso un obiettivo comune: valorizzare la medicina e i suoi nodi cruciali come eccellenza della nostra fisionomia culturale.
Martedì 26 maggio è previsto l’ultimo appuntamento a conclusione del Festival nell’Aula Magna di Santa Lucia: “Come moltiplicare il codice della vita”. Sarà presente il Premio Nobel per la Chimica nel 1993 Kary Mullis.
Sarà possibile leggere sul portale nei prossimi giorni un commento del Prof. Marco Trabucchi, Professore Ordinario di Neuropsicofarmacologia nell’Università di Roma “Tor Vergata”. Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria e past president della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria.