Come annunciato, incroceranno le braccia il 19 maggio dalle 8 alle 20, pur garantendo le prestazioni indispensabili. I medici della Fimmg confermano lo sciopero annunciato da settimane, all’insegna dello slogan «Io non vado col primo che capita. Il mio medico di famiglia lo scelgo io». A spiegare le ragioni del principale sindacato dei medici di famiglia, che però non è riuscito a portare dalla propria parte la stragrande maggioranza delle altre sigle sindacali impegnate nel faticosissimo rinnovo dell’Acn, è il segretario nazionale Fimmg Giacomo Milillo: «Formalmente nessuno ha abolito il medico di famiglia ma sostanzialmente lo si sta facendo. Abbiamo proclamato lo sciopero e non ci preoccupa che sia stato molto discusso da altre organizzazioni sindacali». A preoccupare la Fimmg sarebbe lo stato delle trattative per l’assistenza. «I medici – continua Milillo lanciando stoccate alle Regioni – potrebbero sopravvivere ma la cosa più a rischio è la sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale. Ci spaventa la filosofia che ispira gli atteggiamenti di questo periodo che danneggia il cittadino. Non vediamo un progetto politico concreto per l’interesse del cittadino ma solo l’esclusivo interesse di bilanci e Giunte regionali. Il malessere dei medici dipende dall’essere esautorati della loro professionalità e sostituiti da circolari. Ci dispiace mettere in atto lo sciopero – è la conclusione – per i disagi che provocheremo ai cittadini».
Ad addentrarsi nei temi del contendere è il presidente Stefano Zingoni: «La gravità del momento per la categoria deriva da una scelta strategica delle Regioni e di Sisac che si fonda su uno stravolgimento interpretativo ed applicativo sia degli impegni sottoscritti che delle leggi vigenti e sulla volontà di imporre una subordinazione senza tutele al medico di medicina generale». Per il vicesegretario nazionale di Fimmg, Silvestro Scotti, «protestiamo contro uno stallo della trattativa legata soprattutto ad un atteggiamento di rigidità e di protervia di una parte che si compatta nel funzionamento contro la medicina generale mentre sul piano politico è chiaramente divisa, come si evince dai documenti della Commissione salute della Conferenza delle regioni».
Milillo torna sulla polemica con gli altri sindacati, che negli ultimi giorni avevavno bollato la posizione Fimmg come strumentale. In particolare la segretaria generale del Sindacato dei medici italiani (Smi), Pina Onotri, aveva replicato seccamente alla lettera aperta in cui la Fimmg puntava il dito contro gli altri sindacati per non voler aderire alla protesta del 19 maggio: «Milillo – sottolinea – ha una concezione bulgara della democrazia. I medici italiani hanno bisogno di risposte chiare e non di essere vittime di ulteriori “giochi di potere” sulla loro testa, tra un sindacato, Regioni e Governo. Si vada a consultare una qualunque emeroteca: chi ha parlato di rifondazione della medicina generale, preparando il terreno per l’entusiastica approvazione della Balduzzi senza risorse. E chi ha spinto per la firma della precedente, e ultima, Convenzione “a perdere”. E chi era, acriticamente, a fianco del ministro Brunetta a Porta a Porta a parlare di rivoluzione digitale? Siamo di fronte a una farsa, il cui protagonista è un nuovo “smemorato di Collegno”».
Per Milillo «non c’è possibilità di un ricompattamento con gli altri sindacati. Loro dicono delle cose dandole per scontate, per esempio dicono che vogliamo fare un accordo in perdita o abolire rapporto di fiducia cioé assolutamente l’opposto. Poi c’è il discorso della legge Balduzzi che, va ricordato, oramai è legge. Insomma – conclude Milillo – invece di argomentare nel merito questi sindacati si mettono semplicemente contro la Fimmg».