30 APR – Un vuoto di polemiche e aspre polemiche agitano la sanità catanese. Il direttore generale dell’Asp, Ida Grossi, è stato infatti nominato tre giorni fa alla guida dell’azienda sanitaria di Asti. La manager, dopo l’esperienza di Caltanissetta, aveva preso il timone a Catania in febbraio. Ora, però, ha accettato l’incarico in Piemonte, “Ho già avvisato l’assessore e il presidente Crocetta, era una opportunità alla quale non potevo rinunciare, che mi consente di avvicinarmi alla mia casa di Casale Monferrato dove sono residente”
La Cgil attacca, parlando di “gravissima e grottesca situazione che vede nuovamente la Asp Catania, seconda azienda sanitaria siciliana per dimensioni, priva di manager in un momento cruciale per tutta la sanità siciliana”. Il sindacato denuncia quindi il rischio di “immobilismo e di mancanza di programmazione con inevitabili evidenti ricadute sull’assistenza sanitaria complessiva”.
Il sindacato auspica che non vengano adottate “soluzioni tampone, quale eventuale ennesimo commissariamento , ma si proceda alla immediata copertura di funzione con un direttore generale che garantisca la continuità logica del percorso appena avviato e garantisca la governance di lungo periodo necessaria”.
Dura anche la posizione della Uil. “La Regione ancora una volta penalizza una parte importante della sanità catanese. Da due anni l’Asp di Catania non ha una stabilità amministrativa. La sanità territoriale e quella ospedaliera del territorio sono al collasso per mancanza di una vera e propria programmazione”. Lo affermano i segretari di Uil e Uil Fpl Catania, Fortunato Parisi e Stefano Passarello.”Le diverse gestioni commissariali – aggiungono – si sono limitate alla gestione del quotidiano. La Uil lancia infine un appello al sindaco Enzo Bianco, “per i poteri di prima autorità sanitaria che la legge gli assegna, perché convochi una conferenza dei sindaci e metta in mora la Regione”.
30 aprile 2015
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