La nomina di Angelo Pellicanò è legittima. A stabilirlo è la Quarta Sezione del TAR Sicilia con sede distaccata a Catania Il ricorso presentato dal manager della sanità Angelo Pellicanò, prima nominato direttore generale dell’ospedale Cannizzaro e poi revocato dalla Regione a causa dell’interpretazione della nuova norma che impedisce ai pensionati di ricoprire incarichi nella pubblica amministrazione se non “esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno”, ha chiarito i dubbi e le incertezze durati oltre sette mesi.
La nomina era legittima, ma nulla restituirà alla sanità e ai siciliani il tempo trascorso con disservizi presso le strutture ospedaliere che di fatto sono rimaste vacanti, con la presenza di commissari che hanno operato con atti temporanei, impedendo attraverso l’assenza del direttore generale, la possibilità di fare una programmazione e limitando gravemente gli atti necessari per il buon funzionamento dei nosocomi. Il commissariamento ha di fatto mantenuto una Sanità precaria. Angelo Pellicanò era stato nominato Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania, poi, a seguito di una serie di pareri contrastanti da parte degli uffici competenti della regione e dell’avvocatura dello Stato, il Decreto del presidente della Regione, in autotutela, aveva annullato la sua nomina.
Un chiarimento sulla legittimità della nomina era stato fatto direttamente dal ministro Marianna Madia che attraverso una circolare, spiegava la reale applicazione della norma che nel caso di specie ammetteva la nomina dei manager. A seguito di quel parere si susseguirono una serie di audizioni anche in commissione sanità dove Lucia Borsellino prendeva atto della circolare mentre Rosario Crocetta asseriva l’intervenuta mancanza di fiducia nei confronti dei due manager prima nominati e poi revocati Pellicanò e Cantaro.
La nomina dei due professionisti era stata preceduta da una lunga e complessa fase di valutazione dei curricula di centinaia di candidati, con l’intervento anche di società esterne lautamente pagate e la valutazione definitiva di un comitato di saggi. Nonostante il possesso di tutti i requisiti e l’essersi classificati ai primi posti nella classifica degli idonei, la loro nomina era stata revocata ed adesso la sentenza del TAR di Catania rimette tutto in discussione, ordinando esplicitamente alla Regione Sicilia di colmare immediatamente la vacanza creata nella gestione di due dei più importanti nosocomi dell’intero paese.
Simona Scandura